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Discover Tropea Santuario Santa Maria dell’Isola. Questa meraviglia architettonica, abbarbicata su uno sperone roccioso che domina il mare Tirreno, è un perfetto esempio di come storia, arte e leggenda possano fondersi per dar vita a un luogo di incredibile suggestione.
Ma per comprenderne appieno il valore, dobbiamo fare un salto nel passato, scavando tra le vicende storiche e le affascinanti leggende che hanno contribuito a renderlo così speciale.
Le origini del Santuario sono avvolte da un alone di mistero e spiritualità. Alcuni studiosi ipotizzano che già in epoca tardo-antica lo scoglio potesse ospitare piccole comunità di monaci eremiti provenienti dall’Oriente. In un periodo segnato da invasioni e incertezze, questi monaci cercavano rifugi isolati e tranquilli per dedicarsi alla preghiera e alla contemplazione, e la rupe di Tropea offriva proprio quel connubio di solitudine e bellezza divina.
Le prime testimonianze scritte risalgono all’XI secolo, durante il dominio normanno del sud Italia. Fu Roberto il Guiscardo, celebre condottiero normanno, a donare l’antico eremo all’Abbazia di Montecassino. Questo gesto sancì il passaggio dal rito greco-bizantino, diffuso in Calabria fino ad allora, al rito latino, in linea con la politica di latinizzazione dei territori conquistati. La struttura subì così una trasformazione non solo architettonica, ma anche liturgica e culturale.
Il Santuario di Santa Maria dell’Isola ha conosciuto secoli di splendore ma anche momenti di grande difficoltà. La sua posizione privilegiata, pur offrendo panorami mozzafiato, lo ha reso vulnerabile ai fenomeni naturali, soprattutto ai terremoti che nel corso dei secoli hanno colpito la Calabria. I più devastanti furono quelli del 1783 e del 1905, che causarono gravi danni alla struttura.
L’edificio originario, probabilmente bizantino, lasciò spazio nel tempo a una chiesa di impronta romanica, caratterizzata da una pianta basilicale a tre navate con volte a botte. Dopo il terremoto del 1905, il santuario fu in parte ricostruito e modificato: il portico venne reso simmetrico, la torre campanaria fu spostata al centro e furono aggiunti eleganti pinnacoli che ne esaltano l’aspetto scenografico. Ogni pietra racconta dunque una storia di resistenza e rinascita.
Ma, come spesso accade nei luoghi di culto antichi, la storia si intreccia con la leggenda. Una delle più affascinanti narra l’arrivo a Tropea di una statua lignea della Vergine Maria durante il periodo dell’iconoclastia, quando nell’Impero bizantino le immagini sacre venivano distrutte.
Secondo il racconto, la statua sarebbe giunta sulle coste tropeane trasportata dalle onde del mare, protetta miracolosamente da una tempesta. I cittadini, guidati dal vescovo e dal sindaco, accolsero l’immagine con grande devozione e decisero di sistemarla in una nicchia naturale nello scoglio. Tuttavia, la statua risultava troppo grande per lo spazio disponibile.
Un falegname fu incaricato di ridurne le dimensioni, ma al primo colpo di sega le sue braccia si paralizzarono, un chiaro segno del divino che impediva l’atto sacrilego. La leggenda racconta che nello stesso momento il vescovo e il sindaco morirono sul posto, colpiti da una punizione celeste per aver osato modificare l’immagine sacra.
Da quel giorno, la statua fu venerata come miracolosa e molti racconti parlano di guarigioni straordinarie e prodigi avvenuti al santuario. Le storie di pellegrini che trovarono sollievo dalle loro sofferenze divennero parte integrante della tradizione locale, contribuendo ad accrescere l’aura mistica del luogo.
Ma il fascino del Santuario di Santa Maria dell’Isola non è legato solo alla spiritualità. Il panorama che si gode dalla sommità dello scoglio è semplicemente mozzafiato. Da un lato, si apre la vista sul blu profondo del Mar Tirreno, dove nelle giornate limpide è possibile scorgere le Isole Eolie all’orizzonte, con lo Stromboli che talvolta regala spettacolari eruzioni visibili anche da Tropea. Dall’altro lato, la città di Tropea si distende con le sue case arroccate sulla scogliera, creando un connubio unico tra opera dell’uomo e natura.
I giardini che circondano il santuario, curati con amore nel corso dei secoli, offrono un rifugio di pace e bellezza. Palme, agavi e piante mediterranee creano un contrasto vivace con la roccia dorata e il mare cristallino sottostante.
Oggi il Santuario di Santa Maria dell’Isola è non solo un luogo di culto, ma anche una meta turistica apprezzata da migliaia di visitatori ogni anno. Il percorso per raggiungere la chiesa, un tempo arduo e impervio, è stato reso più agevole grazie a una scalinata scavata direttamente nella roccia, che conduce i visitatori dal livello del mare fino alla sommità dello scoglio.
Ogni anno, durante le celebrazioni mariane, il santuario si anima di processioni e rituali antichi. Uno dei momenti più suggestivi è la processione via mare della statua della Madonna, durante la quale le barche dei pescatori, ornate di fiori e bandiere, accompagnano l’immagine sacra lungo la costa, in un tripudio di fede e folclore.
In questo luogo la storia, la leggenda e la fede si fondono armoniosamente con la natura, creando un piccolo angolo di paradiso sospeso tra terra e cielo. Il Santuario di Santa Maria dell’Isola non è soltanto una meta per pellegrini e turisti, ma un simbolo della resilienza e della bellezza di questa terra calabrese, capace di incantare e commuovere chiunque abbia la fortuna di visitarla.
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